A proposito di leadership
Venerdì
17 ottobre 2014 è venuto a farci visita a L’Aquila, presso la sede di HR
Services, Mario Di Loreto. Ascoltando il Responsabile di People Value di
Telecom Italia mi è venuta in mente una citazione di John Quincy Adams, il
sesto presidente degli Stati Uniti, in carica dal 1825 al 1829:
If your actions inspire others
to dream
more,
learn
more,
do more,
and become
more,
you are a
leader.
Mi
sono chiesto Nella nostra azienda, in
Telecom Italia, ci sono persone che ci ispirano, ci fanno sognare, ci offrono
l’opportunità di apprendere e ci fanno diventare migliori?
(La
traduzione è adattata al livello dell’aspettativa: anche senza il “more” potrebbe
essere sufficiente).
Ebbene, nel corso della sua conversazione Mario Di Loreto ci ha spronato
a sognare di più e a diventare migliori.
Trovandosi in un contesto di formazione, ha evidenziato il
prestigio della Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli e ha dato a tutti noi
che ci abbiamo lavorato la possibilità di riassaporare i momenti
indimenticabili trascorsi con dedita passione in quella che è stata
un’eccellenza nella formazione aziendale italiana e che, nonostante il tempo
passato e le esperienze trascorse, è una memoria ancora vivida nei cuori dei
colleghi Telecom che l’hanno frequentata.
Continuando, Mario Di Loreto, da vero leader, ha decisamente ispirato
e coinvolto l’uditorio su diversi argomenti tanto che mi sono fatto una seconda
domanda Tutti noi che lavoriamo in
Telecom Italia possiamo diventare leader?
Non sono in grado di rispondere, se non limitatamente alla mia personale
esperienza aziendale nella quale ho avuto a che fare, a diversi livelli, con colleghi
con spiccate doti di leader, come pure con colleghi senza alcuna leadership. Mi
accorgo però che dietro alla domanda si cela forse un desiderio, una
aspirazione: quella di far parte di un’azienda in cui tutti, a ogni livello, possano
porsi come obiettivo il traguardo di diventare leader al fine di renderla più
competitiva e soprattutto propositiva.
John Quincy Adams, parlando del leader si sofferma principalmente
sulle sue capacità personali: è leader colui che ispira altri e li esorata a
sognare di più, a imparare di più, a dare di più, a diventare di più. Io
aggiungerei che un leader: ascolta, partecipa, incoraggia, dà fiducia, osa,
ammette i propri errori, critica per costruire, apprezza.
Circa un secolo dopo un altro presidente degli Stati Uniti,
Franklin D. Roosevelt (in carica dal 1933 al 1945), mette in evidenza la sua
capacità di leadership ponendo l’accento sulla relazione fra le persone e
aggiunge così un’altra caratteristica fondamentale al profilo del leader:
I'm not the smartest fellow in the world, but I can sure
pick smart colleagues.
È evidente quindi che il leader, oltre a possedere specifiche
caratteristiche individuali, ha anche una forte capacità di attrarre a sé e di
coinvolgere per dirla con Mario Di Loreto, “elimina
le distanze fra ciascuno di noi, stabilisce una relazione di prossimità” promuove
e sostiene quella che viene chiamata Intelligenza
Collettiva, in cui il gruppo, come unico individuo unanime, esalta le
specificità dei singoli, abbattendo o minimizzando le barriere gerarchiche e
comunicative che, specialmente di grandi aziende, rappresentano una pesante
zavorra.
Oggi, è sempre più importante essere un’azienda ben organizzata e
orientata verso modelli “cooperativi e lean” che, in contesti di concorrenza
selvaggia come quelli che stiamo vivendo, sono in grado di esaltare soprattutto
il “Valore” offerto a clienti sempre più esigenti.
L’aver menzionato due citazioni di due presidenti degli Stati
Uniti è stata una pura coincidenza, ma certo non è un caso che il presidente
del più grande stato democratico del mondo debba essere un leader.