lunedì 8 giugno 2015

Evoluzione verso i Software-Defined Data Center

Il 26 maggio scorso presso l’Auditorium Telecom Italia di Via di Val Cannuta 186 a Roma si è svolta la seconda edizione del workshop Evoluzione verso i Software–Defined Data Center organizzato da Telecom Italia HR Services Education. Hanno partecipato cinquanta iscritti, appartenenti a diverse funzioni Telecom Italia, e sono intervenuti tre relatori Telecom Italia e un relatore VMware, l’azienda leader mondiale per le tecnologie di virtualizzazione, che ha inventato il termine “Software-Defined Data Center”.

La prima parte del workshop, nella mattinata, ha incluso due interventi, tenuti rispettivamente da Giovanni Lofrumento di Telecom Italia HR Services Education e da Giuliano Caiati di Telecom Italia, che hanno illustrato l’importanza della Software-Defined IT e i vantaggi che si possono ottenere da una Software-Defined Enterprise. La seconda parte, nel pomeriggio, ha incluso altri due interventi, tenuti da Luca Morelli di VMware e da Angelo Garofalo di Telecom Italia, che hanno illustrato lo stato dell’arte e l’applicabilità della virtualizzazione della rete secondo gli approcci SDN (Software-Defined Networking) e NFV (Network Functions Virtualization). In sintesi, gli interventi hanno messo in evidenza la vision e la dirompenza del modello Software-Defined, le tecnologie necessarie per realizzarlo e hanno descritto alcuni progetti Telecom Italia che puntano a realizzare IT e Data Center secondo il modello Software-Defined.
Dal workshop è emerso che il cammino verso la Software-Defined Enterprise passa attraverso i Software-Defined Data Center e non è più un’opzione perché l’Information Technology (IT) tradizionale è lenta nel rispondere alle esigenze del business e va ridefinita. Infatti, con il modello Software–Defined le risorse IT – computazionali e di storage – vengono disaccoppiate dalle risorse fisiche e sono fornite come servizi. La dirompenza del modello Software–Defined fa rinascere l’IT e favorisce nuove opportunità di business.
A livello infrastrutturale il modello Software-Defined si concretizza nei Software-Defined Data Center che nascono da una visione di VMware secondo la quale l’intelligenza e la flessibilità del software, disaccoppiate da un hardware standardizzato, consentono di creare maggior business a valore aggiunto. I Software–Defined Data Center costituiscono la base per i cloud pubblici, privati e ibridi che diventano le piattaforme abilitanti di soluzioni rapide, reattive e fluide grazie all’utilizzo “as a Service” delle risorse IT – server e storage – ma anche della rete.



Infatti, la virtualizzazione della rete sta maturando velocemente e si trasforma anch’essa una risorsa Software-Defined. Questo è stato il secondo aspetto maggiormente dibattuto durante il workshop. Infatti, da qualche anno nell’ambito del networking è in corso una svolta epocale che punta a ridefinire radicalmente il ruolo delle risorse fisiche di rete, come router e switch, centralizzando l’intelligenza e lasciando agli apparati di rete fisica solo il dispacciamento dei pacchetti. In altre parole la rete diventa virtuale e il network hypervisor ne effettua il mapping sulle risorse fisiche di rete che diventano delle pure commodity. Questo modello di virtualizzazione è riferito con l’acronimo SDN (Software-Defined Networking). 


 
Al modello SDN si affianca un secondo modello di virtualizzazione della rete, denominato Network Function Virtualization (NFV), che si focalizza sulla virtualizzazione delle funzioni di rete (ad es. DNS, firewall, cache server, …) disaccoppiandole dagli apparati hardware. In tal modo si accelera notevolmente il provisioning di nuove soluzioni consentendo un’elevata reattività alle esigenze del business.


I due modelli, SDN e NFV, non sono alternativi ma si possono usare anche congiuntamente ottenendo maggiore economicità, ma soprattutto flessibilità, velocità e operatività impossibili con le reti tradizionali.
Durante gli interventi, un momento di attenzione è stato anche rivolto al tema della sicurezza che si fa sentire in maniera rilevante in un contesto in cui tutto diventa software e potenzialmente attaccabile da hacker malevoli.
L’evoluzione verso il modello Software-Defined è uno dei principali temi caldi e sarà così dirompente che renderà possibile idee di business inconcepibili con gli approcci tradizionali. Affinché ciò diventi realtà, però, la sola componente tecnologica non è sufficiente: occorre anche adattare i processi aziendali, ma soprattutto è necessario avviare un forte cambiamento culturale a tutti i livelli. Per le Enterprise il modello Software-Defined non sarà un’opzione, ma una necessità perché, per parafrasare Darwin, “Non il più intelligente o il più forte sopravvivrà,ma chi sarà più reattivo al cambiamento”. Le Enterprise ancora legate a schemi organizzativi e tecnologici tradizionali e lenti perderanno sempre più il loro vantaggio competitivo a favore di Enterprise che dalla vision Software-Defined trarranno significativi benefici per competere con grande agilità, velocità e flessibilità in contesti sempre più dinamici e turbolenti.